ROBERT MAPPLETHORPE
(1946-1989)
Robert Mapplethorpe nacque nel 1946 a Long Island, New York terzo di sei fratelli in una famiglia della media borghesia. Quando aveva 16 anni si trasferì a Brooklyn dove si iscrisse al Pratt Institute per studiare disegno, pittura e scultura. Nel 1967 incontrò Patti Smith e tre anni dopo si trasferirono insieme al Chelsea Hotel di Manhattan. Nello stesso anno Mapplethorpe comprò una Polaroid e cominciò a realizzare le sue prime fotografie, incline spesso all’autoritrarsi, consapevole anche dell'impossibilità della riproducibilità di questi self portrait . Nel 1973 espose le sue Polaroid insieme a Andy Warhol e Brigid Polk in cima al Gotham Book Mart di New York. Sempre nel 1973 le sue Polaroid vennero disposte in scatole di plexiglass per la sua personale alla New York’s Light Gallery. Nel 1975 acquistò una fotocamera Hasselblad per lavorare con la luce naturale.
Mapplethorpe realizzò numerosissime opere, che vanno dalle riprese di pose sadomasochistiche alle immagini di fiori, dai nudi ai ritratti di artisti e celebrità. Dalla fine degli anni 70 fino alla sua morte, egli realizzò moltissime nature morte di fiori: orchidee, iris, tulipani e gigli vennero immortalati nelle sue rappresentazioni caratterizate da un ambiente floreale, separato dal suo ambiente naturale e isolato contro lo sfondo nero dello studio fotografico.
Sebbene Mapplethorpe abbia spesso ritratto i fiori al massimo della loro immacolata freschezza, la versione di “Calla” del 1986, realizzata lo stesso anno in cui all’artista venne diagnosticato l’AIDS, mostra l’elegante fiore già quasi completamente appassito. In seguito il fotografo tornò più volte a scegliere il giglio come suo soggetto fotografico alludendo alla tradizione pittorica seicentesca delle Vanitas in cui i frutti e i fiori, non ultimo il giglio, simboleggiavano la caducità della vita. Con questa immagine Mapplethorpe è però riuscito a conservare la grazia del fiore nella sua perfezione, nonostante l’appassimento. Proprio nel momento in cui si trovò ad affrontare l’inevitabile declino e la morte l’artista si servì di immagini come questa per donare l’immortalità ai soggetti di fronte all’obiettivo.
La sua mostra più famosa, “The perfect moment”, venne inaugurata nel dicembre 1988 e vantava più di 150 opere tra cui nudi e still life come la versione di “Calla” del 1988. L’opera venne vista anche come un fiore sospeso e dischiuso in attesa dell’ape, quindi un'analogia della disponibilità sessuale, invece Calla trasuda piuttosto un senso di pericolo che un’aroma di seduzione.
Robert Mapplethorpe è lo sguardo neutro capace di trattare con la stessa naturalezza temi controversi, nature morte e nudi, alla ricerca della bellezza sottesa alla forma perfetta.
Le sue fotografie dipingevano il quadro del cambiamento sociale con i suoi rinnovati costumi sessuali. Ma la sua grandezza non è aver sdoganato queste tendenze, quanto averlo fatto senza ipocrisia e donando loro la stessa dignità di un ritratto patinato, complice l’amore sviscerato per i protagonisti e per i temi che incarnavano.
I suoi soggetti sadomaso ritraevano da vicino e senza filtri la sottocultura omosessuale di New York di cui Mapplethorpe faceva parte. Mentre i suoi studi di nudi erano spesso maschili e omoerotici con le notevoli eccezioni della serie di nudo femminile della culturista Lisa Lyon.
I temi scabrosi che ha scelto di rappresentare (sesso, omosessualità, feticismo) hanno sempre posto l’attenzione sull’aspetto “scandaloso” delle sue immagini, ma Mapplethorpe ha saputo portare il suo sguardo aldilà dell’elemento scioccante o vouyeristico. La sua fotografia è riuscita a raccontare l’universo della sessualità contemporanea in modo completamente nuovo, grazie a un mix di onestà, purezza dello sguardo e innata eleganza formale.
All'estero Mapplethorpe è noto soprattutto per la sua serie "Portfolio X" che fece scandalo per i contenuti erotici, compreso un autoritratto di spalle con una frusta inserita nell'ano. In queste immagini il fotografo spezzava deliberatamente il confine tra foto d'arte e foto commerciale destinata al mercato pornografico, adottando soggetti e temi tipici della "pornografia" nel contesto di immagini d'arte. Come soggetti della sua arte Mapplethorpe scelse ad esempio coppie autentiche della scena S&M gay di New York, ritraendole in pratiche erotiche "estreme" (fist-fucking, bondage ecc.).
Oltre a questo, Mapplethorpe scelse per modelli celebrità del mercato della pornografia omosessuale, con una particolare predilezione per i neri, ritraendoli in pose classiche e statuarie, o al contrario in pose sessualmente esplicite. Ciò che non poteva essere neppure discusso, ora veniva rappresentato in immagini ed esposto nelle gallerie d'arte
Questa rottura deliberata di confini codificati da decenni fu la principale ragione dell'ostilità nei confronti del suo lavoro. Fu però soprattutto per merito suo se in fotografia è caduta la barriera artificiale fra "arte" e "pornografia". Al punto che oggi l'imitazione mimetica dei codici e delle convenzioni della fotografia pornografica nella foto d'arte non sorprende più nessuno, tanto da essere ormai utilizzata perfino in campagne pubblicitarie di moda. In Italia Mapplethorpe è invece, prudentemente, ricordato soprattutto per le serie di primi piani di fiori.
Verso la fine della sua vita l'aperta natura erotica ed omosessuale di molti dei suoi lavori fece scattare una controversia più generale sui finanziamenti pubblici per opere provocatorie (o, secondo altri, pornografiche). Molte organizzazioni conservatrici e religiose si opposero a finanziamenti pubblici dei suoi lavori.
Nel 2016 è stato distribuito un documentario sulla sua vita, intitolato Look at the Pictures in cui sono presenti testimonianze di amici, modelle, familiari e stretti collaboratori (particolare la partecipazione di Patti Smith, con cui il fotografo americano ebbe un rapporto speciale) che si intrecciano a inedite interviste di repertorio con lo stesso Mapplethorpe nelle quali racconta in prima persona la sua vita, i suoi amori e il suo lavoro.
Leda e Gio :)






